Zitto zitto, venendo dal centrodestra, prescindendo dai partiti di centrodestra ma quasi senza litigare con nessuno del centrodestra, ha costruito l’unica lista di centrodestra, anzi, “che dialoga con il centrodestra”, che c’è in città e che ci sarà certamente alle prossime amministrative milanesi. Il programma sarà dettagliato in conferenza stampa e a Palazzo Marino il 23 gennaio. La lista si chiama “Noi x Milano” ed è una lista civica d’ispirazione cattolico-liberale. Avete presente quando esponenti del centrodestra, per esempio Mariastella Gelmini, parlano di “civismo”, di movimenti, che forse sarebbe meglio non presentare simboli di partiti? Beh, lui invece si chiama Nicolò Mardegan, è del 1982, si è arrabbiato con Giuseppe Sala perché ha scelto “Noi, Milano” come slogan/titolo della sua campagna (plagio!) e con Matteo Renzi – ehi, piano, piano con i paragoni – non ha in comune soltanto la dimestichezza con Whatsapp, anche l’esperienza negli enti locali (consiglio di zona, consiglio provinciale) e una certa determinazione nell’andare oltre, anche sopra, quando serve, ciò che c’era nel centrodestra, “aprendo i recinti” e non chiudendosi nelle ridotte. La giovane età, ça va sans dire, si porta molto di questi tempi.
E’ partito per tempo, Mardegan, in politica e per le amministrative. Fa l’avvocato (lavoro, famiglia, immobiliare) e il suo studio, tanto per restare giovani, affaccia sulla mitica Festa del perdono, però già al liceo l’intraprendenza politica in assemblea d’istituto scalpitava – “L’ectasy non fa bene”, disse – e via di falce e martello disegnati indelebili sul giubbotto e via di (reagendo) simpatia per An senza essere stato missino. Dunque elezione in consiglio di zona 8, con attenzione al sociale, ai disabili, alle case popolari di un’area che è anche disagiata assai. “Per raccogliere consensi bisogna fare le cose. Per esempio, come contribuii a fare, trovare 700 mila euro per rifare le facciate delle case popolari di via Lopez”. In collaborazione con il terzo settore, “che è un’eccellenza milanese”, e anche questo è un buon viatico alla politica, passando per il consiglio in Provincia. “Ma nel consiglio di zona, allora, potevi fare di più. Comunque in Italia senza terzo settore città e Stato affondano”.
Ancora consiglio di zona: più eletto, cioè più votato, di tutti gli eletti del centrodestra. In quel caso Pdl. “La famiglia è la mia carta vincente”. Bella parola, buon valore, per lui primo di cinque figli. Il suo terno secco sulla ruota di Milano è ” casa – famiglia – servizi sociali”. Hai detto nulla. E se c’è da collaborare con la Cgil per l’Università della terza età, si fa. “Ah, il mio amico Majorino…”. Mardegan è convinto che la politica – leggi: il centrodestra – si ricostruisca dalle città. E così: “Noi x Milano”, “Noi x Novara”, presto “Noi x Varese”. Ma si candida sindaco? “Intanto mi vanto di essere anche un politico e sogno una classe dirigente dell’area liberale che non abbia tempo di screditarsi a vicenda”. Hai detto nulla.
Sala candidato del “fu” Patto del nazareno? “Diciamo che va bene a tutti”. Morte le ideologie – “e io dico purtroppo perché una visione della società serve” – bisogna “aprire i recinti”. Capito. Per esempio aprirli a Corrado Passera sostenendolo nella corsa a sindaco (o entrare nel suo, visto che dicono che da Roma qualcuno provi a convincerla a fare il capolista di Italia Unica)? “Se sceglie la via all’unità del centrodestra, se invece dice: la Lega no, no…”. Ma quindi con chi si dialoga? Con Matteo Salvini, “un amico, un politico molto intelligente”. Sì, ok, ma se un po’ assomiglia a Renzi, anzi, se la lista “Noi x Milano” assomiglia a un tentativo in stile renziano di rottamazione del fu Pdl/Forza Italia perché non si candida a sindaco e vediamo quanto gli somiglia? Non sarà mica che sta aspettando il permesso di qualcuno o che tutte, tutte le condizioni siano propizie. Sorride: “Volevamo le primarie, io e Riccardo De Corato, gli unici a Milano… ma se non ci sono come faccio…”.
Torniamo a Salvini, che in fatto di rottamazione… “Sognando da grande, io la vedo così: noi, che per ora non siamo ancora nessuno ma abbiamo tanta voglia di fare, siamo la gru; la Lega, che è già tanto, tanto, è la ruspa”. Hai detto nulla. Però intanto la lista e il movimento sono partiti già nel giugno 2015. Si contendono proprio con Passera non soltanto il centro e la destra milanesi, ma anche il riconoscimento del “partito per primo”. E’ diverso, però: Passera è candidato sindaco, “Noi x Milano” (come peraltro il centrodestra) un candidato ancora non ce l’ha. “Finora siamo andati a bussare alla porta di possibili candidati, per esempio un ottimo sindaco sarebbe stato Claudio De Albertis…”, mentre si vedeva che cosa succedeva nel centrodestra che continuava a decidere di non decidere e a non decidere di decidere. “Ora però il tempo della ricerca e dell’attesa è finito, il 23 gennaio…”. E Mardegan renzianamente si candida, ci prova… “Non vogliamo sembrare velleitari, ma ci diamo da fare”.
Allora parliamo come se… L’area C? “La terrei, ma per finanziare opere, per migliorare l’asfalto del centro e non solo. Il centrosinistra ha trasformato un’iniziativa spacciata per ecologica in una tassa in più. I milanesi sono disposti a pagare, ma in cambio di un servizio”. Che fare di Milano? “Intanto darle un respiro internazionale ancora più forte, anche con un assessore alle relazioni internazionali”. Tipo chi? “Un giovane”. Della generazione Erasmus… ricorda qualcosa?, anzi, qualcuno? Area Expo? “Free zone: in generale, la burocrazia è semplificata, c’è l’esenzione dalle tasse (sia quelle d’impresa, sia quelle sulle persone fisiche) e quella sui dazi all’importazione così come alla riesportazione dei beni. Sempre in generale, vengono offerti spazi industriali e accesso facilitato ai servizi di elettricità, acqua e alle altre commodities necessarie per la produzione; più campus universitario”. Registro delle unioni civili? “Lo cancellerei: un sindaco deve essere serio: quello è un pezzo di carta per poche coppie e che non vale nulla, spetta al legislatore definire queste cose… Piuttosto chiediamo a Roma cose per la città”. Beh, certo che parla proprio da candidato sindaco? “Vediamo. Mi piacerebbe varare il quoziente familiare: tributi fiscali locali modulati in base ai figli a carico. Perché Milano sta diventando una città per single, ma così riduce sempre di più il suo futuro. E la demografia è economia. Lo dico in modo brutale, ma forse solo così a sinistra lo capiscono: un figlio è un consumatore e poi un contribuente”. Milanista o interista? “Milanista”. Allora vediamo se dà più soddisfazioni con un’altra domanda: candidato sindaco o solo promotore della lista? “Nel centrodestra ci sarà almeno un candidato prima del candidato di centrosinistra che uscirà dalle primarie del 7 febbraio, magari già il 23 gennaio”.
Quel malizioso di Danton pensa che alla fine Mardegan si candiderà. E intanto smuoverà le acque nell’area di centrodestra, rendendo ancora più bella questa già bella stagione elettorale milanese.