Matteo Renzi, ovvero la normalità che fa scandalo

Il problema dell'Italia è che la normalità fa scandalo e lo scandalo è la normalità. Per esempio, Matteo Renzi. La storia di un giovane presidente di un'importante provincia, Firenze, che rinuncia a un incarico sicuro già ottenuto per sfidare gli oligarchi del suo partito nelle primarie per fare il sindaco della sua città, e vince, sarebbe un'ordinaria vicenda di successo in molti paesi, soprattutto del mondo anglosassone. Da noi, invece, Matteo Renzi sembra un marziano. Viene trattato da molti come un problema, quando è evidente a (quasi) tutti che per il Partito democratico e per il centrosinistra è una risorsa.

L'atteggiamento generale è del tipo: "Ma come si permette…?". Di mettere in discussione leadership consumate, nel senso di esperte,  di destabilizzare equilibri consolidati, nel senso di addomesticati, come si permette? Insomma, è un guaio in Italia se un giovane diventa un leader, un sindaco, è un problema se sa parlare, se sa scegliere compagni di strada nuovi e azzeccati, se dice ai sindacalisti che sono troppo conservatori, che difendono di più pensionati e lavoratori e di meno chi un lavoro non ce l'ha ma lo cerca, se auspica un Big Bang riformatore a partire dalla sua parte politica, se non insulta l'avversario, ma cerca di sconfiggere il rivale con idee più moderne e strumenti più adatti alla nuova realtà politica ed economica del nostro paese. Se la concorrenza la vuole sconfiggere su nessun altro piano se non quello della politica.

Ma se ciò che dovrebbe essere normale è un problema vuol dire il nostro paese è proprio malato e che un Big Bang (foto) è proprio necessario. Per esempio, la lettera della Banca centrale europea sulle riforme che l'Italia deve fare. La lettera, peraltro, assomiglia tanto anche ai nove impegni per le riforme previsti dal manifesto per la crescita del Sole 24 Ore. E' chiaro a quasi tutte le persone di buon senso che il centrosinistra non può opporsi allo spirito di quelle richieste europee, di quelle riforme – speriamo – italiane, pena la perdita di quel po' di identità europeista che ne ha costituito fin dalla nascita il dna programmatico ed è stata l'anima pulsante della doppia candidatura e della doppia vittoria di Romano Prodi. Eppure quasi soltanto Matteo Renzi, nel centrosinistra, ha il coraggio di dire chiaro e forte: bene la lettera della Bce, il Pd sia coerente. E' la normalità che fa scandalo e lo scandalo può evangelicamente essere cosa buona e giusta.

Ps. Adesso molti proveranno a ridurre il significato di Renzi e del suo Big Bang: sono giovani, è naturale che vogliano rottamare un po', ma in fondo è tutta immagine, però poi vogliono la cooptazione… La sottovalutazione è la peggior difesa… Ammesso che quello della Leopolda sia un vero attacco.

  • Nicola Fusco |

    No, sa, la vedo molto preoccupato per le sorti del PD, come se fosse un suo sostenitore o, quanto meno, come se stesse meditando di aderirvi… certo, un PD a guida Renzi potrebbe risultare perfettamente “appetibile” anche al palato di buona parte degli attuali votanti PDL…
    Matteo Renzi, “il nuovo che avanza”… certo, ciò che è vecchio a destra risulta nuovo a sinistra!

  • Daniele Bellasio |

    Una delle cose belle della professione del giornalista è che, entro certi limiti, ci si può avvalere del segreto professionale. Un saluto

  • walter600 |

    il PD vuol mandare a casa Berlusconi e si sta comportando esattamente come lui, ma senza un’identità vera e senza idee perchè è un partito guidato da un presuntuoso (Dalema)che di sx non ha niente, mettiamolo sulla sua barca a vela in giro per oceani, e vedrete che di Berlusconi non ne troverete tanti….

  • Nicola Fusco |

    Perdoni la franchezza, signor Bellasio, ma lei vota PD?

  • Daniele Bellasio |

    Perdoni la franchezza, signor Fusco, ma questo è il tipo di atteggiamento che (finora) ha fatto perdere alla sinistra la sua vocazione riformista e maggioritaria. Un saluto

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