“Le riforme? Dove? Qui?”. Anna Russo for president

 "Reforms? Where? Here?"
ANNA RUSSO

a salaried worker in Rome, on politicians' promises amid the debt crisis
http://www.nytimes.com/2011/11/08/world/europe/greece-and-italy-sink-under-turmoil-as-euro-crisis-widens.html?nl=todaysheadlines&emc=tha3

Il problema del nostro paese non è soltanto che è difficile, quasi impossibile, fare le riforme che servono per ricominciare a crescere dopo almeno dieci anni di crescita irrisoria. Il vero guaio è che (quasi) nessuno ha il coraggio dell'ottimismo, la visione del futuro.

Qualche giorno fa Camillo, alias Christian Rocca, mi spiegava che per vincere negli Stati Uniti bisogna essere sempre il candidato del futuro. Io gli rispondevo che però per vincere tra i repubblicani bisogna essere il candidato del "meno tasse per tutti" (a volte anche per vincere tra i democratici è così). E beati loro che possono ancora parlare di tagli fiscali sì, no, forse. Ora anche in Germania l'argomento sta tornando di moda, visto che la maggioranza di centrodestra ha ricominciato a promettere alleggerimenti fiscali per i ceti medio-bassi.

Il nostro guaio è che anche chi vuole le riforme le "vende" politicamente soltanto come sacrifici indispensabili da fare per sopravvivere, per restare in Europa, per assecondare i mercati, perché ce l'hanno chiesto, perché ce lo impone il motore franco-tedesco, perché insomma sì. Non è così.

Le riforme – pensioni, mercato del lavoro, privatizzazioni, liberalizzazioni, tempi della giustizia, meno burocrazia – sono indispensabili per tornare a crescere, per tornare a essere competitivi come sistema paese nel mondo globalizzato. Insomma, le riforme sono belle (e la bellezza ci salverà, scusate ancora una volta un'eco renziana) oltre che necessarie.

Serve un leader non per imporre misure drastiche ma per convincere che si può tornare a produrre ricchezza, che è poi la condizione indispensabile per poi redistribuirla.

Non abbiamo mai amato il termine "riforma" perché lo abbiamo sempre associato a momenti cupi, a vincoli esterni: l'eurotassa, il prelievo dai conti correnti, la riforma delle pensioni. Le riforme non servono per evitare il declino, le riforme servono per conquistare il futuro. Il primo leader che avrà il coraggio di dirlo meriterà anche il posto e la forza per farle.