Preconsultazioni, le certezze diminuiscono invece che aumentare

Le (pre)consultazioni continuano, ma le certezze invece che aumentare sembrano diminuire. Ora pare che nel Pdl si dibatta l'ipotesi di un nome alternativo a Mario Monti, circolano quelli di Lamberto Dini e Angelino Alfano a proposito, ma subito i falchi del Terzo polo dicono: nessuna apertura ad Alfano, chi non vuole Monti gioca allo sfascio. In questa fase torna in campo la Lega, che invece sembrava comodissina in tribuna, dopo aver detto "no" a Monti. Sembra sia infatti la Lega a voler convincere il Cav. a giocare la carta Dini (pare il '94/95).

Sul fronte opposto, invece, dopo le aperture di ieri a Monti giunte da Sinistra, ecologia e libertà – ok, se dura poco e fa la patrimoniale – e dal suo leader Nichi Vendola, governatore della Puglia, oggi anche Di Pietro ammorbidisce di molto la sua non fiducia. Ecco come: "A Monti come persona, come economista, gli do e gli darò tutto l'appoggio possibile di un partito vero che vuole che faccia riforme e ridia credibilità alle istituzioni. Non posso dare fiducia al buio prima di conoscere chi sono i componenti del Governo, quale è la coalizione che l'appoggia e qual è il programma che porta avanti".

Ricapitoliamo:

– il Terzo polo è il fronte più compatto e convinto a sostegno dell'ipotesi di governo Monti, oggi il capogruppo di Futuro e libertà alla Camera, Benedetto Della Vedova, ha detto: "Se lunedì mattina non ci sarà il nuovo presidente del Consiglio incaricato, vedremo profilarsi sui mercati il rischio concreto di un fallimento dell'Italia. Io mi auguro che l'incarico vada a Mario Monti";

– nel centrosinistra non ci sono (più) opposizioni dure tra le forze maggiori e c'è il "sì" del Partito democratico, con qualche sotterranea tentazione elettorale di Pierluigi Bersani e altri;

– nel centrodestra ci sono molti esponenti per il sì a Monti, anche tra i ministri, ma la Lega è per il "no", mentre per ora il Pdl e Berlusconi hanno soltanto manifestato una preferenza ufficiale per il ricorso alle elezioni anticipate. Il resto è tramestio delle correnti e silenzio del Cav. E tutto in queste ore sembra dipendere dall'ultima parola che Berlusconi dirà a Giorgio Napolitano.