Ho l'onore di non essere amico di Pietrangelo Buttafuoco e anche quello di non aver mai pubblicato un libro. Ho letto, invece, il nuovo libro di Gianni Riotta, recensito dallo stesso Buttafuoco sul Foglio di oggi, e ho lasciato a pagina 60 un recente romanzo dello stesso Buttafuoco. I libri, tutti, possono piacere come non piacere. Del libro di Riotta, "Le cose che ho imparato", Mondadori, mi piacerebbe parlarne in un'occasione non collegata al nome e al cognome di Pietrangelo Buttafuoco.
Mi va pero' di fare a tutti i recensori scrittori una proposta: perche' quando vi accingete a scrivere una recensione non scrivete anche un piccolo box con le informazioni dei vostri libri (casa editrice, sopratttutto se e' la stessa del recensito, copie vendute, temi trattati eccetera)?
Cosi', tanto per non dare la sensazione a chi sa le cose che volete nasconderle e a chi non le sa che la vostra sia una purissima e disinteressata critica per il bene dei lettori e della cultura.
Basta dire infine che nella sua, diciamo, recensione Buttafuoco usa la parola "olezzo" per capire che di purissimo, come stile e come atteggiamento, c'e' poco, poco alquanto.