Mentre guardiamo Genova

Il successo di Marco Doria a Genova, come quello di Giuliano Pisapia a Milano prima di lui, dimostra che, dal punto di vista della vittoria alle "secondarie", le primarie funzionano eccome. (Certo, poi c'è il caso di Palermo, ma quella è tutta un'altra storia).

Il Partito democratico non dovrebbe aver paura dello strumento che ha inventato e con il quale ha innovato almeno in parte lo scenario politico italiano, dovrebbe accettarne lo spirito e capirne i nuovi meccanismi innescati.

Il centrodestra dovrebbe far tesoro di ciò che di buono è stato inventato dallo schieramento rivale.

Il centro, inteso come ipotesi di Terzo polo, vive ora un travaglio di fronte alla constatazione che gli italiani sono comunque bipolaristi e tendenzialmente bipartici. Quando però i partiti deludono, non si vota lo schieramento di mezzo, ma il candidato che viene da fuori dalla politica.

Forse l'obiettivo delle forze di centro dovrebbe essere quello di rivitalizzare, rinnovare e rianimare i due principali poli con vere novità.

Ecco, la crisi della Lega, dovuta ovviamente alla disaffezione di parte dell'elettorato anche a causa dei recenti scandali e del declino della leadership di Umberto Bossi, accentua l'urgenza di novità.

Sembra che il primo che fa una cosa nuova vince, per ora l'ha fatta Beppe Grillo.

  • fabio1881 |

    A Genova l’unico vincitore è stato l’astensionismo (il 60 % degli aventi diritto non è andato a votare) e la spiegazione che si danno tutti è che entrambi i candidati erano scadenti. I politici devono fare tesoro di ciò che è successo a Genova, nel senso di riflettere molto seriamente su quel 60% di astenuti; altro che Marco Doria!

  • paolo |

    Credo che il risultato di Genvoa sia molto inquitante e significativo. Solo il 39% degli aventi diritto è andato a votare. Vuol dire che lo scollamento tra politica e cittadini è al limite del sopportabile. LA genta pensa che non serva votare che nulla cambierà, questo è l’anticamera dell’autoritarismo. Se non serve votare vuol dire che i politici possono fare quello che vogliono. Genova è l’emblema di questa situazione decine di anni di mal governo e di sperperi l’hanno portata alle ultime posizioni nella classifica del lavoro/sicurezza/pulzia, etc. e il nuovo sindaco sembra la perfetta continuazione di prima, così come sarebbe stato l’altro candidato. Poveri genovesi, stanno diventando cittadini del sudamerica.

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