Truman – A Babele le mamme parlano tutte la stessa lingua

Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 20 maggio 2012

Babel è un canale televisivo garbato. Intanto è un’idea, che è sempre cosa buona e giusta, perché racconta i nuovi e i prossimi italiani, cioè le comunità provenienti da tutto il mondo che vivono nel nostro paese. Lo fa con garbo perché non spende e spande in retorica, preferisce la narrazione di storie, spesso con la forma sempre più diffusa in tv del docu-reality, parola orribile per dire interviste senza intervistatore e immagini di vita vissuta. E’ nato l’8 novembre 2010, è su Sky, canale 141.

Con “Piccole mamme crescono”, la domenica sera alle 21, le idee guida diventano due: oltre all’integrazione degli stranieri in Italia, ci sono le esperienze di madri ragazze, della maternità in età adolescenziale. E’ un programma fatto da donne (Beatrice Coletti, Gisella Bianchi, Monica Onore ed Elena parati) ma è per tutti e s’ispira al rapporto di Save The Children “Piccole mamme”. La forza della maternità improvvisa e imprevista può essere esplosiva in tutti i sensi, ma crea, non distrugge. Per esempio, vanno tutte e due sull’altalena, la mamma e la figlia. Il nonno si ritrova qui per caso: “C’è un biglietto per l’Italia, se lo vuoi…”. Poi il ricongiungimento, perché “dovete stare insieme tutti”. C’è lo shock della notizia. “Sono stato due giorni seduto sul divano”, a fare nulla, forse a pensare, forse a calmare le preoccupazioni. “Voi volete, non volete, noi lo vogliamo tenere”. Ci sono quei ricci incontrollati, gli occhi, le patatine, c’è il buon rapporto con gli assistenti sociali e con gli amici del quartiere. “Da quando c’è lui è diverso”. Ma quanto mangiano i bambini felici? E quanto sono bravi con gli smartphone? “Ora lo dicono: hai fatto la cosa giusta”.

Ogni puntata è il racconto di una famiglia e di un universo differenti, ma alla fine la lingua è comune per tutti. “Vivo per loro” è la frase che accomuna tutte le mamme del mondo, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

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