Spesso la storia è più magnanima della cronaca. Per esempio, prendiamo l'Amministrazione di George W. Bush e i suoi "folli, fanatici, crudeli" consiglieri neoconservatori. Hanno commesso gravi errori, certo, anche drammatici. Avevano però una convinzione: se liberiamo l'Iraq dalla feroce dittatura baathista di Saddam Hussein (l'intervento in Afghanistan fu la reazione all'attacco dell'11 settembre dopo il rifiuto dei Talebani di consegnare Osama Bin Laden), ci sarà un modello di nuovo stato in medio oriente e si creerà una sorta di effetto domino nella regione, una sorta di primavera araba.
Ora basta guardare la cartina ed elencare gli stati del nord Africa per capire che, sebbene ogni connessione automatica di causa ed effetto in geopolitica sia un azzardo analitico, forse una riflessione più pacata su quella strategia andrebbe fatta a ridosso della fine dell'ultimo dittatore baathista, Bashar el Assad. O no?
Ecco l'elenco preso guardando una cartina trovata su Google:
Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Siria e infine appunto Iraq.
Ps. Secondo le ultime stime, pare che il numero di morti provocato dalla repressione di Assad figlio abbia raggiunto la cifra di 20.000, la stessa di Assad padre.