Truman – Bel caos familiare a Casa Italia, onore a Sky

Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 12 agosto 2012

A scommettere sulle Olimpiadi non ci vuole molto, direte, e non è impresa temeraria: si va abbastanza sul sicuro. Però poi bisogna saper investire, non si può lesinare energie. Beh, il servizio reso da Sky è notevole. Intanto le trasmissioni di preparazione di Londra 2012 sono iniziate ben prima dell’evento, quando gli ascolti non saranno stati stellari. Con tutti quei canali a disposizione, pare la prima volta in cui uno poteva vedere qualunque sport seduto comodamente a casa sua. Lo zapping tra i giochi di Olimpia è un piacere agostano che giustifica in parte, o fa dimenticare, il vuoto del resto della tv estiva. Dubbi sulla conduzione serale nel canale principale possono essere sollevati: qualche inciampo e qualche freddezza di troppo. Meglio le interviste a bordo pista, con una Fiona May simpaticamente volitiva nel ruolo di cronista d’assalto. Un eccesso di concitazione nel nuoto non allevia il malumore per la performance dei nostri. Le ragazze del tennis sono proprio brave, da Raffaella Reggi e Laura Golarsa passando per Elena Pero. Bello guardare la finale maschile commentata da donne. Ottimo il racconto sul perché i tennisti non vanno mai in giro nelle città dove giocano: solo videogames, per non stancarsi. Ma perché chiamare le tenniste per nome proprio? Passi per Serena e Venus, ma con tutte stroppia. Forse gli sport meno noti andavano spiegati un po’ di più, senza tecnicismi, ma l’idea di poter vedere tutto appaga. Come soddisfa il telecronista che dice: “Pur di ascoltare Bolt, stiamo qui fino a mezzanotte”. Nella girandola di voci più o meno note, con calciatori che commentano lo scandalo di doping nella marcia e atleti che scrutano il basket, nelle serate tv si è creata una sorta di clima da Casa Italia, dove i giornalisti giustamente nella maggior parte dei casi hanno saputo scomparire nel racconto, gli esperti, ex campioni si notavano giusto un po’ di più, ma alla fine i protagonisti erano sport e sportivi. Con registi capaci di beccare il dialogo a distanza tra le delusioni di papà e mamma Cagnotto. Alla prossima.

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