Leggendo l'Adige, in questi giorni in cui il Trentino e' il centro (politico) d'Italia, sembra di capire che ieri a Trento e' stato acceso il primo focolare del "centro di movimento". Si', perche' i centri sono gia' almeno due, senza contare le innumerevoli iniziative tra il culturale e l'economico che fioccano in questo agosto affollato. A Trento appunto parte l'operazione "centro movimentista", tendenzialmente apartitico se non antipartitico. C'erano il segretario della CISL, Raffaele Bonanni, il ministro e fondatore della comunità di sant'Egidio, Andrea Riccardi, il presidente nazionale delle ACLI, Andrea Olivero, e il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai (gia' Margherita), che ha tracciato i confini dell'iniziativa tesa a creare "un centro aperto, plurale, nuovo nei linguaggi e nella classe dirigente, capace di federare territori e aree sociali e di mettere insieme una coalizione popolare e riformista per il governo del paese". Niente "Cosa bianca", distanza, se non dichiarata concorrenza e alternativa, con i progetti di Casini e Fini; sguardo decisamente più puntato a sinistra che a destra, sotto le insegne degasperiane e con qualche spruzzata di antipolitica, di movimentismo. Il paradosso e' che la fisionomia più movimentista di questo nascente (ma quando nascente?) centro sarebbe più congeniale come contenitore di tutte le altre iniziative riformiste che danno vita in questo periodo ad appelli e lettere sui giornali, in fatto di ricette economiche pero' appare più montiano e riformatore l'alveo politico e più nettamente partitico in cui si stanno un po' squagliando e un po' rifondando Udc, Fli e Api. Il problema, prevedibile, e' che il cosiddetto centro, definizione peraltro poco ambiziosa perché cancella il bipolarismo ma da' per scontata la sopravvivenza degli altri due poli così come sono ora, dicevamo, il cosiddetto nuovo centro non e' ancora nato ed e' già diviso almeno in due. Ecco il titolo dell'Adige: "Il messaggio chiaro per Casini: non può gestire lui il gioco". Sottotitolo: "Due centri non ci stanno, ma l'idea non e' una Udc più larga".
Ps. In prima fila, all'incontro degasperiano di Trento, c'era anche l'amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabe'.