Da giorni, sul suo sito, Giuseppe "Pippo" Civati sta stilando una sorta di programma per la "Prossima Lombardia", lo fa per punti e segnalando idee che circolano, studi, proposte. In realtà, il programma, come si suole dire in questi casi con un po' di retorica virtuale, lo sta raccogliendo in rete.
Sotterrenea c'è l'idea, molto sostenuta dai molti sostenitori di Civati sul web, che lo stesso Civati si candidi alle primarie per la presidenza della Regione.
Il suo nome va forte nei sondaggi telematici, in uno recente su Repubblica.it sopravanzava perfino l'avvocato Ambrosoli, che poi alla fine ha rinunciato a correre, e anche nella base del Pd riscuote consensi.
La classe dirigente, diciamo, più tradizionale del Partito democratico, però, non vede di buon occhio una soluzione così eterodossa, per non dire "renziana", per non far arrabbiare lo stesso Civati, che non ama etichettature e lo fa notare su Twitter. Del resto, anche Matteo Renzi finora non ha lanciato nessuna candidatura per la Lombardia e ha detto che non intende farlo.
Dunque Civati balla da solo e questo non è affatto detto che sia un male, anzi, in vista delle primarie. Certo, forse il consigliere farebbe bene a non traccheggiare e a rompere gli indugi: una battaglia è più facile vincerla se si scende sul campo, no?
Ecco, però, sempre che le primarie ci siano…
"Poca democrazia nel Pd. Se saltano le primarie in Lombardia io non faccio più politica". Così Civati a Radio 24. Il consigliere ha poi aggiunto: "Il sindaco Pisapia, assieme ad altri del Pd, stanno puntando a far saltare le primarie perché vogliono candidare Fabio Pizzul come nome unico alla Regione Lombardia". Chiudere su un nome solo è una china pericolosa, ha spiegato Civati. "Questo significa che se il Pd punta su Pizzul ha tutte le ragioni per pensare che sia il candidato vincente anche rispetto ad Albertini, ma io non voglio aggiungere atro perche questo mi imbarazza".
Anche per garantire il fatto che le primarie ci siano, Civati farebbe bene a candidarsi (chiaramente).
Comunque, certo, pare davvero strano che proprio Giuliano Pisapia, che grazie alle primarie è sindaco di Milano anche se la classe dirigente del Pd e del centrosinistra erano favorevoli ad altre soluzioni, non sia un sostenitore delle primarie anche in questo caso. Inoltre, non sarebbe certo un bel segnale il fatto che, proprio ora che perfino il Pdl scopre le doti salvifiche delle primarie e per di più di primarie davvero libere e aperte, il centrosinistra invece faccia un passo indietro su questo fronte. Molto strano.
P. S. romano. Nella capitale, invece, s'avanza la candidatura a sindaco per il centrosinistra di Paolo Gentiloni. Il suo nome è di quelli tosti e duri da battere. E il sindaco Gianni Alemanno ne è consapevole. Perché Gentiloni è in grado di richiamarsi al meglio delle esperienze di governo della capitale di Francesco Rutelli e di Walter Veltroni, facendone invece dimenticare gli aspetti meno positivi. Però lo stesso Gentiloni, come Civati, fa bene a essere uno strenuo sostenitore delle primarie. A Repubblica infatti oggi ha detto: "Se può essere utile e se ci saranno le primarie, io ci sarò".