La legge dell’instabilità nella finestra elettorale

"Questa alleanza è ormai insostenibile, senza riforme continuare non ha senso", il titolo è un po' forzato, ma il senso è più o meno quello. Paolo Gentiloni è un politico molto attento e solitamente moderato nei toni e nelle parole. Va seguito perché è solitamente capace di cogliere lo spirito politico dei tempi. Ieri, per esempio, in un'intervista ad Annalisa Cuzzocrea sulla Repubblica, ha detto che è tempo quanto meno di fare un bilancio delle larghe intese, che lo stesso Gentiloni fa partire dalla nascita del governo Monti, mettendo in una linea di continuità l'esecutivo dei tecnici e quello politico di grande coalizione guidato da Enrico Letta. Così facendo, Gentiloni accentua il significato di parentesi del governo in carica e sottolineando il rischio paralisi fa capire come il mondo renziano, cui Gentiloni appartiene e da tempo non sospetto, si sta preparando a quella che considera la vera stagione della gara contro e non con il centrodestra.

Le scosse sull'elezione di Rosy Bindi alla presidenza della commissione Antimafia forse sono soltanto di avvertimento, il dibattitto intorno alla legge di stabilità comunque si sta accendendo. E molto, tanto che il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, ha detto che la Legge di stabilità va più o meno riscritta.

Quel che è certo che le larghe intese senza larghe intese possono più bloccare che fare. Il problema è che in uno scenario politico di campagna elettorale permanente nessuna forza ha davvero interesse che le larghe intese funzionino perché nessuno pensa di poter da questo lucrare un sicuro consenso elettorale. 

C'è una "finestra elettorale" per poter votare ancora in primavera e "non danneggiare" il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea. Lo sanno tutti i protagonisti di questa stagione politica, soprattutto quelli che non vogliono riscrivere la legge elettorale, anche se a parole la denigrano. In questa finestra che durerà più o meno fino alla fine dell'anno si ballerà. Più o meno su tutto e non soltanto per le note vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi.