Gli opposti si attraggono? Un po’. Gli opposti si somigliano? Più di un po’. Per esempio Pierfrancesco Majorino e Nicòlo Mardegan, con le dovute proporzioni, sono gli opposti di questa campagna elettorale milanese, ma hanno anche più di qualche somiglianza significativa. Una in particolare: comunque vada a finire, per loro due questa campagna elettorale sarà un successo. Per gli altri non si può dire lo stesso.
Sono i candidati più giovani (42 anni Majorino, 33 Mardegan). Sono i candidati più politici: hanno una loro storia (scrittore Majorino, avvocato Mardegan), ma sono cresciuti a pane e politica (più dei più anziani concorrenti), e sul territorio e da sempre. Il primo nella sinistra (radicale) e il secondo nell’An che diventò Pdl e poi nell’Ndc. Hanno entrambi la fissa del welfare: Majorino è assessore ad hoc, Mardegan si è occupato di case popolari da presidente della commissione ad hoc nella zona 8, dopo essere stato anche consigliere provinciale. Entrambi, come si dice, i voti sanno prenderli.
Entrambi potrebbero essere definiti “ragazzoni”. Entrambi stanno in qualche modo sfidando l’establishment dei loro rispettivi schieramenti. Basti pensare ai mille e più (per la verità strani) appelli a Majorino perché si ritiri a favore di Francesca Balzani, dopo che era stato lui il primo a candidarsi nel centrosinistra l’estate scorsa. Basti pensare che Mardegan si candida nel centrodestra senza aspettare che il centrodestra decida finalmente di decidere qualcosa. Parlano entrambi spesso di diritti degli individui e delle famiglie: ovviamente stesso tema ma con idee opposte. Ma sempre: sociale, sociale, sociale. Entrambi sanno sorridere. Anche in politica, sì, si può.
Qualche tempo fa, Nicolò Mardegan, animatore del movimento e della lista di “Noi x Milano” e forse tra qualche ora anche candidato sindaco definitivamente in corsa nell’area di centrodestra, aveva detto: “Majorino ha centrato il punto chiedendo unità al centrosinistra: mi viene da pensare che sarebbe l’avversario più degno in una competizione elettorale”.
Poi, certo, il Family Day e dintorni li ha divisi anzichenò, però i due si riconoscono, come avversari, ma si riconoscono. “Che teocon oscurantisti come Mardegan siano lasciati a presidiare indisturbati il campo del centrodestra milanese è conferma dell’ondata oscurantista che attraversa la Lombardia”, ha detto per esempio Majorino, cogliendo la presenza politica nello schieramento a lui avverso del giovane avvocato, seppur dandone un giudizio molto critico.
I due si studiano, a loro modo si rispettano, a loro modo dialogano, a loro modo sanno di avere l’anagrafe e il fuoco politico nella pancia dalla loro parte. Anche per questo motivo – e non soltanto perché la campagna elettorale, con le dovute proporzioni, li sta facendo conoscere da un numero sempre maggiore di milanesi – comunque vada per loro due sarà un successo. (Certo, nel caso di Majorino, il risultato di domenica pesa di più: tanto più sarà sorprendente e tanto più peserà in futuro).