Avendo il centrosinistra risolto per un po’ i suoi problemi con l’arrivo a Palazzo Chigi di Matteo Renzi e il conseguente risultato elettorale delle Europee, la parte più interessante dello scenario politico è oggi il centrodestra. Spiace però constatare che, nonostante la scotola, il centrodestra si sta oggi baloccando con il suo declino tra tatticismi e personalismi, con un Silvio Berlusconi imbrigliato dalle questioni giudiziarie e tutti gli altri indecisi più o meno a tutto. Eccezion fatta per Matteo Salvini, che almeno alla Lega, right or wrong, una direzione l’ha data e con nettezza.
Perché il centrodestra sta decidendo di andare a fondo nelle sabbie mobili dei tatticismi come un qualunque centrosinistra di qualche tempo fa?
Intanto Forza Italia, soprattutto la sua componente più berlusconiana doc, corteggia ovviamente il Matteo Salvini artefice del buon risultato elettorale della Lega più “nazionale” e più “fronte nazionale”. Così facendo Forza Italia ottiene due risultati: si avvicina all’alleato passato e futuro elettoralmente più forte e manda ai matti l’alleato più odiato del momento ed elettoralmente meno forte della Lega, il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. La Lega da par suo fa la bella corteggiata, non si sbilancia più di tanto sul futuro, continua a diffondere lo spin (la sensazione, per la verità, un po’ artificialmente aumentata) di essere in grande ascesa, cerca di diventare partito nazionale e incamera firme di peso ai suoi referendum.
Ovviamente, specularmente, il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, indebolito dall’esito elettorale e dal boom renziamo, cerca di accelerare sul pedale della presentabilità istituzionale e dà di lepenista alla Lega, ovviamente, ma anche alla nuova Forza Italia pronta a (ri)allearsi con la Lega. L’Ncd non può far altro che minacciare “o noi o loro”, infatti il movimento politico di Angelino Alfano ha senso nel centrodestra soltanto se almeno è numericamente ed elettoralmente la seconda forza, altrimenti – pensano in molto nell’Ncd – tanto vale andare a fare i secondi (moderati) del Partito democratico rendiamo, soprattutto visto che di là si va verso il partitone unico della sinistra e che Scelta civica è già stata nei fatti inglobata.
I Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni e Guido Crosetto, per certi versi ancor più naturalmente rispetto a Forza Italia dicono: se la Lega si allea in Europa con il Front National (e cerca di diventare forza politica italiana e non solo padana) non si capisce perché in Italia non debba essere alleata di quel che resta di Alleanza nazionale.
Tatticismi su tatticismi, con Silvio Berlusconi che, in attesa di essere invitato a una Leopolda blu, pensa: quando è stato il momento in fondo più semplice delle mie bizzose coalizioni? E si risponde: quando potevo giocarmi la Lega contro l’Udc e l’Udc contro al Lega, dando più o meno per scontata An. E allora perché non ripetere il tutto con l’Ncd al posto dell’Udc, la Lega nazionale nei panni della Lega secessionista, e Fratelli d’Italia come An? Ecco fatto. Ma così il centrodestra declina.
L’unica cura ai tatticismi esasperati sono le iniziative un po’ scriteriate, chi parte senza pensare se tutte le condizioni perfette per partire ci sono, senza riunire correnti, senza eccedere in “brainstorming” (pardon!), in sondaggi di opinione e in attese di cooptazione.
Nel centrodestra è dura perché c’è un leader padre padrone? Mah, qualcosa di simile si diceva per il Partito democratico degli oligarchi compagni di scuola (la definizione è ovviamente dello storico Andrea Romano), poi venne un giovane sindaco di Firenze… L’ascesa di Matteo Renzi è il frutto di molte lezioni imparate, oltre che dall’estero, per esempio da Tony Blair, anche in casa, per esempio – perché no? – da alcune vittorie berlusconiane. Ora, perché non potrebbe avvenire il contrario, che dal mondo berlusconiano qualche lezione venga appresa daRenzi. Per esempio una Leopolda blu…
Intanto ci prova – a partire – Corrado Passera con la sua Italia Unica. Per ora la narrazione – termine sempre più di moda – non è fortissima, ma intanto un primo capitolo sta per essere scritto a Roma, il 14 giugno. Dice Passera al Quotidiano Nazionale: “Mentre con Renzi l’area socialista si è riorganizzata, il voto europeo dimostra che l’area del centrodestra è caratterizzata da un grande vuoto che gli attuali contenitori politici non sono in grado di riempire”. Passera si propone di colmarlo. Per ora è un proposito. Magari lo racconterà anche a una Leopolda blu.