L’assist del #M5S a #Renzi, con successivo gol

Il capolavoro tattico del Movimento 5 Stelle (e Forza Italia): regalare a Matteo Renzi l’assist – visto che di calcio si tratta – per dire che lui, giustamente, per senso di responsabilità e per evitare polemiche, avendo nel frattempo cambiato lavoro, da sindaco di Firenze a presidente del Consiglio, anche se avrebbe tanto voluto giocare con i suoi idoli – e chi non vorrebbe? – insomma lui, a questo punto, preferisce farsi da parte, rinunciare a giocare la Partita del cuore. Geniale.

Lo spot non c’era, la Partita del cuore non era al centro dei pensieri di un paese che vuole soprattutto pensare a come tornare a crescere e a come creare lavoro. Ora lo spot c’è e la Partita del cuore ha il suo giusto clamore buono per la beneficenza. Parfait. Bravi ragazzi.

C’è poi un altro indubbio felice risultato ottenuto dai Cinque stelle (e Forza Italia) o almeno si spera: riporre al centro, quanto meno dell’osservazione quotidiana, la questione della par condicio, cioè il dibattito che andrebbe (ri)fatto tra l’impossibile applicazione di regole integraliste nella forma (e a volte illogiche o irrispettose dell’intelligenza degli italiani nella sostanza) e la giusta esigenza di dare a tutte le forze politiche equo diritto di spiegare le proprie ragioni e le proprie proposte.

Ecco, l’ultimo obiettivo raggiunto dalla suddetta polemica è quello di sottolineare ancora una volta che c’è chi, pur rappresentando gli italiani, milioni di italiani peraltro, ritiene che gli stessi italiani decidano o no il loro voto come se fosse una partita di calcio.